Carlo Pescatori non ha scritto questo libro.
Carlo Pescatori vi ha dipinto la sua infanzia con i colori e i profumi limpidi, chiari, indelebili come tutto ciò che accade nelle infanzie felici, anche se funestate dalla guerra.
Il pittore ha usato il colore dell'acqua fresca del naviglio, il mare dei bambini costretti a sognare il mare, il rosso delle ciliegie raccolte nei campi, il verde della campagna attraversata con una bicicletta troppo grande per lui.
Ha steso con maestria pennellate di profumi decisi e inconfondibili come quello del sapone di Marsiglia usato dalle ragazze per lavarsi i capelli nella seriola, spiate dagli amici nascosti nel granoturco improvvisamente ondeggiante.
Il profumo del!'erba tenera della Maddalena, la montagna immensa, inesplorata, incantata che si innalza sopra Sant'Eufemia e che della donna ha nome, fattezze e misteri.
Narra di grappoli d'uva, pigiati dai piedi scalzi dei ragazzi nel tino, che impregnano con il profumo di mosto le case, già profumate di pace e serenità.
Racconta i sapori del!'asilo, dei dolci frutti del gelso, del limone e stecca di liquirizia.
Le avventure di Robinson Crusoè, Capitan Nemo, Gianburrasca, Dagli Appennini alle Ande sono la compagnia del bambino sfollato preso a sassate a ridosso del ponte romano sul fiume Chiese.
Anche a Botticino Sera subirà le cattiverie dei coetanei nell'esodo per sfuggire ai bombardamenti, ma si riabiliterà accettando di essere Giuda, ruolo da tutti rifiutato nella lavanda dei piedi del Giovedì Santo, fino all'onore di essere chiamato Carletto di Sant'Eufemia, lui che bresciano non era e che aveva compreso che "se parla Italiano gli amici non gli fanno più la confidenza".
Commovente l'affresco di fine quinta elementare dei bambini che da un Iato la storia ha ferito con una guerra, dall'altro ha trasformato in uomini dalla straordinaria capacità d'impresa.
Ma il progetto di tenerezza poetica è il suo: io vorrei restare ancora ragazzo e stare libero con voi.
Non mancano i tratti di un'innocente malizia "ho visto le cosce e le mutande rosa". Risponde l'amico "non hai fantasia, quelle che hai visto sono le porte del paradiso".
Scoperti nudi a fare il bagno nello stagno, lanciano maggiolini nei capelli alle ragazze che han fatto la spia al parroco, che li obbligherà a strappare I'erba sul sagrato.
Straordinaria e semplice è la galleria dei personaggi di Sant'Eufemia: monumentale la Siura Pierina, che ha fatto nascere 5000 bambini nella sua lunga carriera di comare; il sig. Ottavio, zio Picini, Toscani, Rico Banchèr, che non è il ricco banchiere ritenuto dai ragazzi, ma il falegname Enrico che costruisce panche; le tre vedove con autista che dopo aver gozzovigliato sul lago tornano con fazzoletto nero commiserate dai paesani per la straziante solitudine. Quello di Carlo Pescatori è uno struggente spaccato dell'infanzia in cui le monellerie erano appuntire le stecche degli ombrelli e costruito un arco, colpire le galline della nonna Adele, che con le lacrime agli occhi, scoperto il forellino sul collo, urlava che erano più sciocchi e sventati di Pinocchio e Lucignolo. Era il vagabondare scalzi per i campi in cerca di rane, salamandre, talpe e grillitalpa.
Le parole veloci, i periodi essenziali, i luminosi aggettivi esaltano le brevi descrizioni dei giochi, del bosco, delle strade in un concerto di immagini che riconducono sia il lettore non più giovane alle emozioni dell'infanzia sia il lettore giovane ad assaporare ancor più i racconti dei nonni.
Leggendo il libro "Merlin & Coccai" dal misterioso titolo, non si potrà che sentirsi profondamente grati a Carlo Pescatori per averci restituito la freschezza e il sogno di coloro che nel controesodo degli sfollati, facevano ritorno a casa "tutti sereni e pieni di speranza".
Chiudendo il libro potrebbe accadere di sentire le lacrime agli occhi di quella commozione buona che assale di tanto in tanto.
Botticino, 15 luglio 2010